Modificato il: 08/01/2024
THCA: la molecola della cannabis che non fa ‘sballare’, ma potrebbe riservare interessanti sorprese
Il THCA (Acido tetraidrocannabinolico) è un cannabinoide non psicoattivo presente nella pianta di cannabis. Questo composto chimico si trova naturalmente nella pianta e viene trasformato in THC (Tetraidrocannabinolo), il principale cannabinoide psicoattivo, attraverso un processo di decarbossilazione.
Sì, hai capito proprio bene: nelle piante grezze non ci sono evidenti tracce di THC, ma solo di THCA, che viene poi trasformato in sostanza psicoattiva da un processo che vede in gioco luce e calore.
Quindi, il THC è noto per le sue proprietà psicoattive, mentre il THCA non ha effetti psicoattivi. Ma, allora, perché siamo qui a parlarne?
Perché la pianta di cannabis ha un’infinità di segreti che solo di recente iniziano ad essere oggetto di studi preliminari per metterli in luce. In particolare, si sta puntando l’attenzione su alcuni possibili effetti terapeutici del THCA.
Cos’è il THCA e come si forma
La cannabis produce oltre cento tipi di cannabinoidi, alcuni dei quali hanno prospettive di utilizzo molto interessanti. Il THCA si forma a partire dal CBGA (Acido cannabigerolico), un altro cannabinoide presente nella pianta di cannabis, e precursore degli altri. Il CBGA viene trasformato in THCA attraverso un processo chiamato deidrogenazione. Questo processo si verifica naturalmente durante la maturazione della pianta di cannabis.
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Potenziali proprietà del THCA
Il THCA è una molecola che i ricercatori si stanno impegnando a testare per le sue potenziali proprietà terapeutiche. Alcuni studi hanno indicato come il THCA possa avere proprietà antinfiammatorie, antiemetiche e neuroprotettive. Tuttavia, queste ricerche sono ancora in fase di valutazione e saranno necessari ulteriori dati per confermarle.
Ne sarebbe anche stata data testimonianza come possibile agente anticonvulsivo. Alcuni studi hanno indicato che il THCA potrebbe avere un effetto positivo sulla riduzione delle convulsioni in determinati tipi di epilessia.
Se gli effetti dovessero essere confermati, come potrebbe essere consumata la cannabis per assimilare il THCA e sfruttarne le proprietà?
Il THCA può essere consumato attraverso l’uso di prodotti derivati dalla cannabis, come olii, tinture e capsule. Questi prodotti sono disponibili in alcuni stati dove la cannabis è legale per uso medico o ricreativo. In Italia però, come sappiamo, è concessa solo la vendita di prodotti per collezionisti.
THCA vs THC: le differenze
Come accennato in precedenza, il THCA viene trasformato in THC attraverso un processo di decarbossilazione. Del THC hai di sicuro sentito parlare molto più spesso, perché è il principale cannabinoide psicoattivo presente nella pianta di cannabis.
Il THC provoca gli effetti che conosciamo tipici della cannabis, come l’euforia, la sensazione di rilassamento e l’alterazione della percezione del tempo e dello spazio. Ma il THC è noto anche per le sue proprietà mediche, come la riduzione dell’ansia e il controllo del dolore, e il suo potenziale impiego come aiuto per la gestione del sonno.
Ma torniamo al nostro amico THCA. Come ormai avrai capito, tale molecola non ha effetti psicoattivi e tutto l’interesse è puntato per le potenziali proprietà terapeutiche. Rispetto al THC, questa molecola ha un anello carbossilico in più, che non consente di legarsi a quei recettori celebrali che sono responsabili dell’effetto “sballo” che prova chi consuma cannabis matura e ricca di THC. In pratica, è possibile che potremmo godere di effetti benefici al pari del THC, ma senza subire cambiamenti su concentrazione e lucidità.
Le potenziali proprietà del cannabinoide protagonista di questo articolo non sono ancora state confermate da studi clinici di grandi dimensioni.
Come avviene la decarbossilazione del THCA
La decarbossilazione del THCA è un processo fondamentale per la trasformazione in THC. Questo processo consiste nell’applicare calore e pressione al THCA per liberare l’anidride carbonica e trasformarlo in THC. La decarbossilazione può essere effettuata attraverso diversi metodi, tra cui la cottura in forno, la vaporizzazione o la decarbossilazione sottovuoto.
La decarbossilazione è importante perché determina la quantità di THC presente in un prodotto derivato dalla cannabis. Più la decarbossilazione è accurata, più alta sarà la concentrazione di THC. Ciò significa che, più il processo è ben eseguito, più si otterrà un prodotto aromatico, profumato, dal gusto intenso e ricco di sostanze. Un eccesso di temperatura, ad esempio, potrebbe portare alla degradazione di cannabinoidi e terpeni (che inizia con temperature superiori a 150°C), peggiorando la qualità finale del preparato.
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In conclusione
In questo articolo abbiamo approfondito l’argomento THCA, una molecola ancora poco conosciuta, cugina del THC ma che, a differenza di quest’ultimo, non possiede effetti psicoattivi.
La scienza si sta ancora adoperando per capire meglio gli effetti che può avere sul corpo umano, ma da alcuni studi preliminari sembrerebbe che il THCA possa essere potenzialmente utile anche a scopo terapeutico. Il tempo ci darà una risposta precisa in merito.
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