Modificato il: 07/11/2024
Temperatura ideale per la cannabis: tutto quello che c’è da sapere
Temperatura e umidità sono due parametri fondamentali per la coltivazione della cannabis: ogni fase ha la sua temperatura ideale: un eccesso di freddo o caldo può compromettere la crescita e la maturazione delle piante.
I coltivatori professionisti di cannabis sanno bene quanto siano importanti la temperatura e l’umidità per far crescere al meglio le piantine. Dalla fase vegetativa al quella di fioritura, ogni fase ha il suo range di temperatura ben preciso, al di sotto o al di sopra del quale il rischio di compromettere il raccolto è alto.
Oltre a conoscere la temperatura ideale per ogni fase di vita delle piantine, i professionisti che coltivano cannabis legale utilizzano strumenti per misurare temperatura e umidità in qualsiasi momento, così da poter intervenire in modo tempestivo in caso di problemi.
L’umidità relativa, ossia il valore di vapore acqueo presente in rapporto alla temperatura, è infatti un dato da non trascurare.
Vediamo dunque di approfondire e capire quali sono le temperature corrette.
Fase di piantino: temperatura e umidità
Piantini e cloni prediligono umidità relativa elevata (fino al 70%) e temperature intorno ai 20°-25°C con luci spente, mentre a luci accese la temperatura di solito viene abbassata di circa 5°C.
La temperatura ideale per la fase vegetativa
Facciamo chiarezza sulla temperatura perfetta per la fase di crescita vegetativa (ovvero con circa 3-4 internodi di circa 5 millimetri). In questo caso, la temperatura ideale va da 21°C a massimo 29°C. Questo perché la fase vegetativa richiede temperature abbastanza calde e poca umidità relativa (circa il 60%).
Fase di fioritura della cannabis: qual è la temperatura ideale
La fase di fioritura delle piante è un momento importante per i coltivatori professionisti di cannabis, che vedono il frutto dei propri sforzi. La temperatura ideale, in questa fase, va da 18-20°C a 26°C massimi, mentre a lampade spente si abbassa di circa 5°- 8°C. L’umidità relativa dovrebbe aggirarsi intorno al 50%.
Alla fine della fioritura, la temperatura dovrebbe stare sui 20°-23°C (18°-20° C con lampade spente), con umidità relativa non oltre il 30%.
Un altro aspetto a cui si presta attenzione è la fluttuazione termica tra giorno e notte, che può cambiare la temperatura e l’umidità relativa necessarie alle piante in una determinata fase del ciclo di vita.
Eccesso di caldo: quali conseguenze per la cannabis?
Una pianta di cannabis che patisce troppo caldo rischia di perdere alcuni preziosi componenti: i terpeni. La perdita di terpeni compromette odore, sapore e forza della pianta; inoltre, servono a proteggere la pianta da alcuni infestanti e parassiti piuttosto dannosi, per esempio gli acari. Altri rischi sono legati a bruciature e avvizzimenti.
Un eccesso di umidità, inoltre, può causare l’insorgenza di muffe.
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Eccesso di freddo: cosa succede alle piante di cannabis
Così come il caldo eccessivo, anche un microclima troppo rigido può creare problemi alla cannabis e danneggiare il ciclo di vita delle piante. Col freddo eccessivo le foglie avvizziscono e si scoloriscono; la fotosintesi viene compromessa.
Anche se la piantina danneggiata dal freddo può sopravvivere se portata in un clima caldo, difficilmente ‘darà il massimo’.
Una certa attenzione viene prestata anche all’umidità: la combinazione alta umidità e temperature rigide può infatti provocare la muffa.
Strumenti per controllare la temperatura delle coltivazioni di cannabis
Per controllare che la temperatura e l’umidità sia sempre quella ideale in ogni fase della vita di una coltivazione di cannabis, due strumenti utili sono il termometro e l’igrometro (che misura l’umidità dell’aria).
In alternativa, si utilizza il termoigrometro, che unisce le funzioni di entrambi gli strumenti, disponibili sia in versione digitale che analogica.
Come i professionisti regolano temperatura e umidità delle coltivazioni di cannabis
Dunque, abbiamo capito quale importanza abbiano temperatura e umidità per le coltivazioni di cannabis. Per regolare questi due parametri, i coltivatori professionisti utilizzano strumenti e metodi a seconda delle alterazioni del microclima.
Per alzare la temperatura, vengono usate lampade HPS ad alta potenza, in modo che venga prodotto calore a sufficienza. Un altro accessorio è il tappetino termico, posizionato nella tenda oppure sul pavimento, in vicinanza delle piante. Anche i riscaldatori d’ambiente sono uno strumento prezioso che può aiutare ad alzare la temperatura, se necessario.
Per abbassare la temperatura, al contrario, tornano utili i ventilatori oscillanti oppure i condizionatori d’aria. Se il caldo è eccessivo, si può decidere di spegnere le lampade durante il giorno.
Per alzare l’umidità, invece, lo strumento più utilizzato è l’umidificatore; in alternativa, funzionano anche dei semplici contenitori d’aria nei dintorni delle piante. Una pratica diffusa è quella di nebulizzare le piante con un nebulizzatore.
Se invece è necessario abbassare l’umidità, deumidificatori di buona fattura, insieme a ventole di aspirazione danno una grossa mano a riportarla nei range definiti.
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In conclusione
Coltivare la cannabis esige una conoscenza approfondita dei metodi di coltivazione e dei nutrienti necessari a far fiorire e rendere le piantine.
Temperatura e umidità sono due parametri che i professionisti monitorano con attenzione: il caldo eccessivo, così come il freddo, possono danneggiare le piante e compromettere il raccolto.
Stesso discorso per l’eccesso o l’assenza di umidità: l’ideale è mantenere sempre i due parametri entro i range previsti.