Modificato il: 30/05/2023
Al giorno d’oggi i sostantivi ‘canapa’ e ‘marijuana’ vengono utilizzati come sinonimi: è corretto o indicano due piante differenti? Ecco i chiarimenti
Quando si parla di semi di cannabis, della coltivazione della pianta o dei prodotti da essa derivati è d’uso comune utilizzare indistintamente le parole ‘canapa’ e ‘marijuana’.
Nominando una di queste parole, infatti, a tutti vengono subito in mente sia la tipica foglia a forma di ventaglio sia le infiorescenze della pianta.
Ma, in realtà, c’è differenza tra canapa e marijuana o utilizzare i due termini indistintamente è corretto?
Effettivamente quando si parla di ‘canapa’, di solito si intende la pianta priva di sostanze psicotrope, mentre quando si parla di ‘marijuana’, il più delle volte, si fa riferimento alla pianta ricca di THC.
Rispetto a quanto appena detto, però, ci sono delle eccezioni: scopriamole insieme.
Canapa e marijuana sono la stessa cosa?
Se leggendo articoli che hanno come argomento principe la cannabis ti sei imbattuto in terminologie differenti riferite alla stessa pianta, è normale che ti sia venuta la curiosità di sapere se tra una parola e l’altra ci siano delle differenze oppure no.
Iniziamo con il chiarire che quando si parla di cannabis, marijuana e canapa si fa riferimento a una pianta facente parte della famiglia delle Cannabaceae.
La distinzione, quindi, è per lo più lessicale.
Citando la canapa, solitamente, si fa riferimento alla pianta utilizzata per scopi industriali, priva di sostanze psicotrope e, spesso, di sesso maschile (ma non sempre).
Quando si parla di marijuana (termine coniato in tempi lontani dai messicani), di solito, si fa riferimento alla pianta utilizzata per scopi ricreativi, dotata di alte percentuali di THC, generata da semi femminizzati.
Per questioni di praticità, però, col tempo è diventato sempre più comune utilizzare i due termini indistintamente, non a caso ti sarà capitato di sentir parlare anche di marijuana light, ossia una genetica della pianta priva di THC, e di canapa con effetti psicotropi.
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Marijuana, canapa e usi: ecco le differenze in base alla genetica
Oggi sappiamo che la canapa è stata coltivata in tutto il mondo per millenni (oltre 10.000 anni fa) per tantissimi scopi.
In origine esistevano prevalentemente tre varietà della pianta: cannabis sativa, cannabis indica e cannabis ruderalis.
Col tempo, dal mix delle tre diverse varietà e grazie ai continui esperimenti dei growers, sono nati tantissimi ibridi – per questo oggi in commercio è possibile trovare semi autofiorenti, semi fast, semi femminizzati, ecc. – che vengono scelti dai canapicoltori in base alle loro proprietà, per ricavare prodotti differenti.
Entriamo più nel dettaglio.
I semi di canapa privi di sostanze psicotrope, a seconda della genetica, vengono utilizzati nel settore industriale, oppure vengono impiegati per dare forma a delle piantagioni di canapa light da cui ottenere le infiorescenze legali e gli altri derivati.
Nel settore dell’industria, solitamente, sentirai parlare di canapa industriale, canapa tessile, canapa alimentare, ecc.
Per quanto riguarda i prodotti realizzati a scopo ricreativo, invece, potresti sentir parlare più spesso di marijuana o cannabis, in particolare in associazione ai termini ‘legale’ o ‘light’ e alla sigla ‘CBD’ (si tratta del cannabidiolo, un cannabinoide non psicotropo molto apprezzato per diversi scopi); mentre difficilmente sentirai parlare di ‘CBD e canapa’, o di ‘cime di canapa’.
I semi di marijuana che danno vita a piante ricche sostanze psicotrope (THC), possono essere piantati solo in alcuni Paesi del mondo (nella maggior parte – Italia compresa – non è consentito).
Nelle località in cui viene coltivata la marijuana, questa viene poi utilizzata nel settore farmaceutico o, dove è consentito utilizzarla a scopo ricreativo, viene venduta al pubblico tramite degli appositi shop.
In questo caso sentirai parlare per lo più di marijuana o di cannabis, più raramente di canapa.
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Per concludere
Come abbiamo visto, cannabis, marijuana e canapa sono diversi appellativi della stessa pianta che, a seconda delle caratteristiche genetiche, può avere diverse proprietà e viene utilizzata in diversi settori.
La distinzione tra le diverse terminologie è nata negli USA all’incirca attorno agli anni ‘30, quando si iniziò a porre le basi per il proibizionismo, ed è per questo che, ancora oggi, il termine ‘marijuana’ viene utilizzato per lo più per indicare la pianta dalle proprietà ‘proibite’, mentre la parola ‘canapa’ evoca più facilmente l’utilizzo della pianta nel settore industriale.
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