Defogliare le autofiorenti: quando è opportuno e perché si fa

defogliare autofiorenti

Modificato il: 11/12/2023

Tutto sulla defogliazione delle piante autofiorenti di cannabis

Dalla germinazione dei semi di marijuana alla fioritura delle piante, la cannabis necessita di cure particolari e di accorgimenti molto importanti per far sì che il raccolto sia ottimale. Uno di questi, in particolare per quanto riguarda le varietà autofiorenti, è la defogliazione.

Ma defogliare le autofiorenti è davvero la scelta giusta da fare? I coltivatori rischiano qualcosa?

 

Oggi vogliamo rispondere a queste e altre domande, in modo che tu sappia tutto riguardo questo argomento.

Ricorda, però, di usare queste informazioni semplicemente a titolo informativo (a meno che tu non viva in un Paese in cui sia possibile coltivare cannabis): in Italia piantare semi autofiorenti, femminizzati o fast flowering è un illecito amministrativo o un reato penale in base ai casi, dunque i semi si possono soltanto collezionare.

E ora, passiamo subito all’argomento primario dell’articolo: la defogliazione!

Che cos’è la defogliazione delle piante autofiorenti?

defogliazione delle autofiorenti

Defogliare la cannabis significa rimuovere alcune foglie della pianta come l’obiettivo di migliorarne la resa in termini di qualità e quantità dei fiori.

Infatti se il fogliame di una piantina è molto folto può filtrare eccessivamente la luce (naturale o artificiale) di cui dovrebbero godere le infiorescenze.

I coltivatori che mettono in pratica questa tecnica hanno lo scopo di ottenere bud più grandi e di aumentare la resina delle autofiorenti.

Ma perché defogliando si dovrebbe ottenere un esito così conveniente? I motivi sono due:

  1. i fiori, ricevendo più luce (ma non troppa!) crescono meglio;
  2. una delle funzioni della resina, ricca di cannabinoidi come THC e CBD, è quella di proteggere la pianta dall’azione dei raggi UV. La luce stimola quindi la produzione di resina.

C’è però un problema. La defogliazione non è una pratica da principianti e, se svolta con poca consapevolezza, potrebbe risultare devastante per la piantina di cannabis. In particolare, le piante autofiorenti hanno una crescita così rapida che dopo un trauma la ripresa risulta essere particolarmente difficile. Talvolta impossibile.

Defogliare le autofiorenti è davvero così vantaggioso?

Possiamo dire… Ni.

Per i coltivatori esperti la defogliazione della cannabis potrebbe essere una pratica utile a favorire un’ottima resa. Ma chi se ne occupa lo fa con estrema attenzione, iniziando dai nodi inferiori (affinché anche le parti più basse del fusto possano ricevere luce) e rimuovendo pochissime foglie per volta, in modo da non indebolire le piante.

Sono poche le persone che scelgono di defogliare le autofiorenti: lo sviluppo delle piante a fioritura automatica è così rapido da impedire, spesso, la ripresa di una pianta debole.

La defogliazione è invece più adatta alle piante fotoperiodiche, come quelle nate dai semi femminizzati. Infatti questa pratica si mette in atto durante la fase vegetativa (mentre potare le foglie delle autofiorenti in fioritura, o delle fotoperiodiche, è una pratica assolutamente sconsigliata), in modo che le piantine abbiano tutto il tempo necessario per potersi riprendere dal cambiamento.

Quando le piante iniziano a ricrescere in piena forza, allora il coltivatore avvia il ciclo di luce/buio dedicato alla fioritura, ovvero — per le varietà regolari, non autofiorenti — 12 ore di luce e 12 ore di buio.

Leggi anche: La fase vegetativa delle piante di cannabis: cos’è e perché è fondamentale per la fioritura.

Come si procede con la defogliazione della marijuana?

È opportuno potare le foglie delle piante durante la fase vegetativa, mentre è assoslutamente sconsigliato farlo durante la fase di fioritura.

Inoltre i coltivatori seguono queste poche regole, semplici a dirsi ma difficoltose a farsi:

  • Rimuovere inizialmente le foglie più basse, scegliendo prima di tutto quelle pronte a cadere e malate. È sempre meglio rimuoverle in modo da permettere alla pianta di concentrare le proprie energie sulle foglie sane.
  • Fare in modo di rimuovere solo poche foglie alla volta, senza potare in maniera drastica la chioma.
  • Potare le foglie in maniera ordinata affinché ogni parte della pianta riceva abbastanza luce.

A questo punto ti starai chiedendo se la defogliazione si possa svolgere sia Indoor che Outdoor. Vediamo di dare una risposta esauriente al tuo dubbio.

Defogliare la cannabis autofiorente: Indoor o Outdoor?

defogliare autofiorenti indoor

I coltivatori procedono con la defogliazione quando coltivano Indoor e quasi mai Outdoor per dei motivi ben precisi:

  • le piante di cannabis accumulano sostanze nutritive nelle foglie per poi usarle in caso di situazioni di stress. La cannabis coltivata Outdoor, che sia autofiorente o fotoperiodica, vive enormi situazioni di stress (raffiche di vento improvvise, pioggia, variazioni di temperatura, umidità non sempre perfetta), dunque conserva alte percentuali di nutrienti nelle foglie. Non è quindi consigliato potare il fogliame delle piante coltivate all’esterno, perché le piante potrebbero non trovare abbastanza sostanze nutritive per potersi riprendere.
  • Al contrario della luce artificiale, l’esposizione solare cambia nel corso della giornata e, di solito, tutta la pianta riesce a ricevere abbastanza quantità di luce per svilupparsi al meglio. Defogliare risulta quindi superfluo e, spesso, anche svantaggioso: se il sole è troppo forte, i fiori (non protetti dalle foglie) possono risentirne.

Per questo è consigliabile defogliare le piante Indoor ma non quelle coltivate Outdoor.

In conclusione

Ora sai cosa significhi defogliare le autofiorenti, in quali casi sia conveniente e in quali sarebbe meglio evitare.

Speriamo che questo articolo ti sia stato utile a risolvere i tuoi dubbi anche se, in Italia, non è possibile coltivare cannabis. Però è possibile (e legale) acquistare semi di cannabis online con lo scopo di collezionarli!

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