Come ottenere il permesso per coltivare canapa a uso medico

come ottenere permesso per coltivare canapa a uso medico

Modificato il: 30/05/2023

In Italia è possibile ottenere l’autorizzazione per coltivare canapa a uso medico?

Al 2020, sul web è possibile trovare una grande varietà di prodotti a base di cannabis. Dai semi di marijuana ai fiori di erba legale, dall’olio CBD alle tisane di foglie e steli di canapa e molto, molto altro ancora.

 

Considerato che è possibile acquistare semi di cannabis online, probabilmente hai numerosi quesiti a riguardo. Si può avviare una coltura di erba in Italia, magari a scopo terapeutico? E, se sì, come ottenere permesso per coltivare canapa a uso medico?

Sappiamo che la confusione può essere tanta, dunque oggi vogliamo rispondere a questi e altri possibili dubbi sulla coltivazione della cannabis in Italia, in modo che tu possa avere le idee chiare su questo argomento.

Prima di tutto, vediamo se sia possibile coltivare marijuana terapeutica nel territorio Italiano.

Canapa a uso medico in casa o in giardino? In Italia non è ancora possibile

coltivare canapa a uso medico

Diversi Stati, tra cui la vicina Svizzera, permettono la coltivazione di canapa a uso terapeutico anche tra le mura domestiche (con dei limiti ben precisi). L’Italia, però, è decisamente indietro in questo senso, tanto che l’unica industria autorizzata a coltivare cannabis medica è lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze.

Si tratta di uno stabilimento delle Forze Armate italiane, con sede per l’appunto a Firenze, che dipende direttamente dall’Agenzia Industrie Difesa.

Nel nostro Paese non è possibile chiedere una concessione per piantare semi di cannabis a scopo terapeutico… Proprio perché questa pianta si può coltivare solo all’interno dello stabilimento, che rifornisce di fiori ad alto contenuto di THC le farmacie galeniche autorizzate alla produzione di farmaci a base di cannabinoidi.

I fiori di marijuana sono inviati già triturati alle farmacie, le quali producono medicinali galenici (ovvero preparati in un laboratorio interno alla farmacia) su richiesta, rispettando il dosaggio indicato nella ricetta medica dei pazienti.

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Chi può assumere farmaci a base di cannabis terapeutica in Italia?

Secondo il Ministero della Salute tutte le persone che hanno una patologia diagnosticata possono chiedere a un (qualsiasi) medico la prescrizione di una terapia a base di cannabinoidi, con particolare attenzione a pazienti:

  • Oncologici
  • Affetti da HIV, sclerosi multipla, SLA, glaucoma e Sindrome di Tourette
  • Sofferenti di dolore cronico, specie se neuropatico

I cui farmaci tradizionali non sono utili a placare sintomatologie quali nausea, vomito e dolori acuti.

Nonostante queste indicazioni, le diverse Regioni italiane possono stabilire dei limiti sulle patologie trattabili con i farmaci galenici a base di THC e CBD.

In base a quanto stabilito dalla regione di appartenenza del paziente, il medico – il quale non dev’essere necessariamente il medico curante – può mettere a punto la terapia e redigere una ricetta rispettando le modalità previste dalla legge.

Una volta munito di ricetta medica, il paziente può recarsi presso una farmacia galenica autorizzata e chiedere di ricevere il medicinale a base di cannabis secondo le modalità e i dosaggi stabiliti dalla terapia.

farmaci a base di cannabis terapeutica in italia

Forse, a questo punto, stai pensando che qualcosa non ti torna. Magari negli scorsi mesi hai sentito parlare della marijuana legale, la canapa sativa a basso contenuto di THC, e della sua coltivazione in Italia.

Vediamo, nel seguente paragrafo, i dettagli a riguardo.

Cannabis light: si può coltivare legalmente in Italia… Ma non a scopi terapeutici!

La legge 242/2016 stabilisce che, nel territorio italiano, si può coltivare Canapa Sativa L. con minime quantità di THC (fino a un massimo dello 0,2%, ora aumentato a 0,3%) senza chiedere alcuna autorizzazione.

È importante, però, che le piante non provengano da semi autofiorenti, semi femminizzati o semi quick ad alto THC, ma siano compresi nel Registro delle sementi europee.

Inoltre la legge prevede l’obbligo di conservare fattura e cartellino dei prodotti per almeno un anno e di coltivare canapa allo scopo di produrre:

  • Colture dedicate ad attività didattiche, dimostrative e di ricerca da parte di istituti pubblici/privati.
  • Prodotti alimentari e cosmetici realizzati nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori.
  • Semilavorati (fibra, cippato, polveri, canapulo, oli o carburanti) dedicati alla fornitura per industrie e attività artigianali di vari settori.
  • Materiale destinato alla fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati.
  • Prodotti destinati alla pratica del sovescio.
  • Materiale organico destinato ai lavori di bioingegneria o bioedilizia.
  • Colture destinate al florovivaismo.

Come vedi, non c’è alcuno scopo terapeutico nella coltivazione di canapa industriale e nessuna azienda (né privato) può coltivare questa pianta a uso medico.

Inoltre gli unici semi coltivabili sono quelli appartenenti alle varietà del Registro delle sementi europee, come i semi di Futura, di Felina 32 e molti altri ancora.

Ma allora cosa si può fare con i semi di cannabis che possono generare piante ad alto contenuto di THC, non compresi in questo Registro?

Forse ti riferivi proprio a tali prodotti quando ti sei chiesto come ottenere il permesso per coltivare canapa a uso medico.

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I semi di marijuana non si possono coltivare né a uso medico né a uso ricreativo, però si possono collezionare

Nell’intero territorio italiano è proibito coltivare marijuana: si tratta di un reato penale o amministrativo in base ai casi (ovvero in base agli scopi della coltura e al numero di piantine coltivate).

Puoi però acquistare semi di marijuana online, come i nostri semi BSF Seeds, a scopo collezionistico. Si tratta di una pratica al 100% legale; l’importante è che vengano rispettati i limiti imposti dalla legge, ovvero non piantare i semi.

Infatti questi prodotti non presentano THC, ma le piante che sviluppano sì, considerando che sono tutte femminizzate e dunque produttrici di fiori a effetto psicoattivo.

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