Modificato il: 30/05/2023
Tutto ciò che devi sapere se hai bisogno di ottenere la certificazione per i semi di cannabis.
I semi di cannabis necessitano di particolari certificazioni volte a dimostrare che siano privi di pesticidi, metalli pesanti e altre sostanze dannose per l’uomo.
Infatti questi prodotti possono essere destinati sia all’uso collezionistico (come i semi di cannabis BSF) ma anche all’industria alimentare, farmaceutica e molto altro ancora.
Devi inoltre sapere che gli unici semi di marijuana coltivabili in Italia sono quelli catalogati nel Registro Europeo, e ogni produttore di questi semi deve adeguarsi alle certificazioni richieste per poter procedere con il loro commercio.
In questo articolo vogliamo spiegarti come ottenere la certificazione dei semi di canapa in Italia, gli unici da cui si può coltivare la canapa legalmente e produrre ulteriori semi (certificabili).
Sei pronto? Allora mettiti comodo/comoda perché stiamo per iniziare!
Certificazione dei semi di canapa in Italia
In Italia, per poter commerciare i semi di canapa light (gli unici che si possono produrre nella nostra Nazione) è necessario in primis coltivare canapa legale a partire dai semi iscritti al Registro Europeo. Tra le varietà di semi CBD legali in Italia, le più conosciute sono Carmagnola, Finola, Futura 75 e molte altre ancora.
Dopo aver iniziato a far riprodurre le piante e ottenere nuovi semi, per poter commerciare i prodotti gli agricoltori devono ottenere la certificazione ufficiale dei prodotti sementieri UE-OECD da parte del centro CREA – Difesa e Certificazione.
Nello specifico, chi si occupa della registrazione delle varietà e del controllo delle certificazione delle sementi è l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari.
L’Ispettorato mette a punto verifiche e prelievi di campioni di sementi presso:
- Gli agricoltori
- Le ditte selezionatrici
- I commercianti all’ingrosso
L’ottenimento della certificazione comunitaria dei semi di cannabis light, che permette il loro commercio in Italia e all’estero, consiste in diversi passaggi che andremo a elencare nel prossimo paragrafo.
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Come certificare i semi di canapa? Ecco tutti i passaggi.
Per poter essere immessa in commercio, una varietà di semi deve essere certificata, ovvero iscritta al Catalogo nazionale e comunitario delle varietà.
In Italia, il percorso che porta a ottenere semi canapa legale certificati prevede il superamento di:
- Ispezioni in campo
- Test di laboratorio
- Controlli durante la fase di lavorazione dei semi svolta dalle ditte sementiere
I prodotti che superano con successo queste fasi ottengono il rilascio di etichette ufficiali e possono perfino iscrivere nuove varietà di semi al registro nazionale.
Al superamento dei test, delle ispezioni e dei controlli è previsto il rilascio dei seguenti documenti:
- autorizzazione sementiera
- autorizzazione all’uso del passaporto / iscrizione al RUP per gli importatori
- emissione del nulla-osta sementiero
- rilascio nulla-osta all’importazione
- certificazione in export
I semi di canapa in commercio nel nostro Paese sono biologici, privi di metalli pesanti, pesticidi e altre sostanze dannose. Devono inoltre osservare i limiti di THC imposti per gli alimenti (2,0 mg/Kg).
Essendo prodotti edibili, le semenze di canapa devono rispettare particolari condizioni per poter essere commercializzate. Gli ispettori CREA si occupano, dunque, di verificare che i produttori e i commercianti si attengano a tali disposizioni.
Per quali scopi si possono produrre e commerciare i semi di canapa legale?
In Italia, la legge che regola la produzione, la lavorazione e il commercio di semi di marijuana light è la legge 242/2016. Questa legge stabilisce che le coltivazioni di canapa possano essere avviate allo scopo di produrre:
- alimenti. Ad esempio, i semi di cannabis light sono ricchi di sostanze benefiche per l’uomo, tra cui vitamine, antiossodanti, acidi grassi, mentre i semi di canapa per uso zootecnico sono un eccellente mangime per gli animali. Dai semi si può produrre anche olio di canapa, farina e altri lavorati, purché rispettino il limite di 2,0 mg di THC per Kg.
- Cosmetici a base di canapa, i quali stanno diventando sempre più famosi per via delle loro proprietà nutrienti e antiossidanti.
- Semilavorati, quali fibra, canapulo, polveri, cippato, oli o carburanti, dedicati alle forniture per le industrie e le attività artigianali di diversi settori.
- Materiale destinato alla pratica del sovescio.
- Composto organico destinato ai lavori di bioingegneria o prodotti utili per la bioedilizia.
- Materiale finalizzato alla fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati.
- Coltivazioni per attività didattiche, dimostrative e di ricerca da parte di istituti pubblici o privati.
- Coltivazioni dedicate al florovivaismo.
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Riassumendo: come coltivare canapa legalmente in Italia?
Per coltivare canapa in Italia bisogna prima di tutto acquistare e piantare semi di canapa iscritti al Registro Europeo, conservando i cartellini e le fatture per almeno 1 anno.
Se vuoi commercializzare i semi o altri prodotti, devi inoltre ottenere una Certificazione ufficiale dei prodotti sementieri UE-OECD da parte del centro CREA – DC.
È legale coltivare CBD in Italia? Assolutamente sì, nel pieno rispetto delle disposizioni della legge 242/2016.
Sai che in altri Paesi, come alcuni Stati USA, è possibile produrre semi di cannabis THC? I più venduti sono i semi autofiorenti, i semi femminizzati e i semi fast flowering.
In Italia si possono acquistare a uso collezionistico e non si possono piantare (il rischio è una sanzione amministrativa o penale in base ai casi). Puoi comunque comprarli legalmente presso i negozi di semi di marijuana online.
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