Modificato il: 30/05/2023
Caratteristiche ed effetti della cannabis terapeutica prodotta in Italia e acquistabile in farmacia dietro prescrizione medica
La cannabis FM2 è una varietà di cannabis terapeutica prodotta in Italia. Si acquista semplicemente in farmacia, presentando una regolare prescrizione medica, e contiene una quantità molto equilibrata di THC e CBD: il primo non supera l’8% mentre il secondo si aggira dall’8 al 12%.
Il prodotto è disponibile sotto forma di polvere, ricavata dai fiori essiccati e triturati, le piante destinate a questa produzione sono coltivate in serre mantenute sterili, senza utilizzare pesticidi chimici. Essiccazione e macinazione dei fiori vengono controllate con la massima precisione, per garantire una distribuzione omogenea del principio attivo. Confezionata in piccoli barattoli, viene poi inoltrata agli ospedali e alle farmacie che la richiedono.
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Dove avviene la produzione della canapa FM2
Questa varietà di cannabis viene prodotta in Italia e, grazie ad una collaborazione ministeriale, viene lavorata nello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. Infatti, la sigla che contraddistingue questa pianta, FM2, significa proprio Farmaceutico Militare, mentre il numero 2 indica il numero dei principii attivi che contiene.
La produzione e la commercializzazione della cannabis FM2 fa parte di un progetto governativo più ampio che prevede il coinvolgimento di tutto il territorio nazionale.
Quando si può utilizzare la cannabis FM2
In Italia, la cannabis terapeutica si può utilizzare per il trattamento della sintomatologia di alcune specifiche patologie. Non deve essere l’unica terapia in corso ma deve svolgere la funzione di supporto di un trattamento standardizzato. In genere, si ricorre alla cannabis terapeutica quando i farmaci convenzionali non hanno avuto successo o hanno causato problemi.
Solitamente, l’applicazione di una terapia a base di cannabis riguarda le situazioni di dolore cronico in generale, anche associato a spasmi, come avviene nella sclerosi multipla e nelle lesioni del midollo spinale e il trattamento degli effetti collaterali di chemioterapia e radioterapia. Può inoltre svolgere un’azione stimolante nei casi di anoressia anche patologica, e pare sia efficace per il trattamento del glaucoma e per ridurre i sintomi della sindrome di Tourette.
In particolare, uno dei casi più frequenti, e più studiati, che prevedono l’uso della cannabis riguarda il trattamento del dolore cronico, un contesto in cui, in base a studi e ricerche, la cannabis sembrerebbe avere una certa efficacia: infatti, dalle ricerche effettuate, i pazienti che soffrono di qualche forma di dolore neuropatico cronico trattati con prodotti a base di cannabis ricorrono molto meno agli antidolorifici tradizionali.
Cannabis terapeutica: controindicazioni ed effetti indesiderati
Le principali controindicazioni all’uso della cannabis terapeutica riguardano i soggetti che soffrono di problemi, anomalie e alterazioni mentali, di problemi cardio-respiratori, di insufficienza epatica o renale di problemi psichiatrici e dipendenza da stupefacenti. La cannabis medica è controindicata anche per le donne durante il periodo della gravidanza e dell’allattamento al seno.
In alcuni soggetti più sensibili, i farmaci a base di cannabis potrebbero provocare alcuni spiacevoli effetti collaterali, quali possono essere tachicardia, alterazioni dell’umore, insonnia e problemi psichici di diverso genere, tuttavia nella maggior parte si tratta di disturbi passeggeri, che si risolvono spontaneamente entro poche ore.
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Ricerche recenti per le proprietà antitumorali della cannabis
Nel contesto dell’oncologia, la cannabis, come abbiamo visto, viene spesso impiegata come trattamento contro i sintomi indesiderati, quali possono essere nausea, vomito e disturbi di origine neurologica.
Ultimamente, studi specifici hanno evidenziato anche alcuni aspetti curativi per la cannabis, soprattutto nel caso del tumore al seno e alla prostata. Si tratta di ricerche tuttora in corso: i meccanismi che permettono alla cannabis di raggiungere questi effetti e l’efficacia della cannabis non sono stati ancora del tutto chiariti, e richiederanno numerosi approfondimenti.
Come accedere alla cannabis come prodotto terapeutico?
Come abbiamo detto, la cannabis terapeutica può essere somministrata dietro prescrizione medica, i costi di approvvigionamento sono a carico del paziente, e le patologie tutte quelle considerate trattabili con questo tipo di prodotto. Spesso ci si decide ad orientarsi verso questo farmaco quando i prodotti tradizionali non hanno avuto effetto, nella maggior parte si tratta di una sorta di terapia del dolore.
La cannabis terapeutica di può autoprodurre? In realtà la legge è piuttosto restrittiva per la coltivazione personale della cannabis e, prima di tutto, richiede che le piante non abbiano contenuti in THC superiori allo 0,6%: una percentuale superiore è considerata un vero e proprio reato, anche nel caso in cui sia presente una prescrizione medica.
Anche la detenzione di cannabis, sia pure coltivata in casa, è un illecito e viene perseguita dalla legge. Solo nel caso in cui si coltivi una minima quantità di piante, in maniera casalinga e rudimentale, tale attività non comporta rivalse penali, ma è comunque bene prestare la massima attenzione.
Questo significa che per quanto riguarda la somministrazione di cannabis per scopo terapeutico, la soluzione migliore è quella di consigliarsi con il proprio medico di fiducia, che suggerirà il prodotto ideale, in base alla singola patologia.
Tuttavia, negli ultimi anni molti pazienti hanno fatto richiesta per questo tipo di farmaci, con parecchi problemi per procurarsi il farmaco, che viene prodotto solo nello stabilimento militare di Firenze e distribuito in una sessantina di farmacie.
Coltivare le piantine di cannabis in grow box
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