Pubblicato il: 11/01/2024
Il THC ha un effetto vasodilatatore e causa il tipico effetto: ma queste sue proprietà potrebbero avere utilizzi medici
Un fenomeno comune correlato all’uso di cannabis è l’arrossamento degli occhi: non a caso, è il consumatore di cannabis è spesso rappresentato con gli occhi vistosamente rossi, un particolare che, oltre a essere un segno tangibile del consumo, solleva alcune domande sulle reazioni fisiologiche del corpo alla sostanza.
In questo articolo proveremo a capire perché la cannabis provoca l’arrossamento degli occhi, come il principio attivo, il tetraidrocannabinolo (THC), interagisce con il sistema corporeo e in che modo altre variabili possono contribuire all’arrossamento degli occhi.
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Gli occhi si arrossano? “Colpa” del THC
Il tetraidrocannabinolo (THC), il principale composto psicoattivo della cannabis, è la causa principale dell’arrossamento degli occhi. Questa sostanza si lega infatti ai recettori cannabinoidi, principalmente CB1 e CB2, diffusi nel sistema nervoso centrale e in altre parti del corpo, tra cui proprio gli occhi.
Uno degli effetti più diretti del THC è la sua capacità di ridurre la pressione sanguigna: il calo della pressione provoca la dilatazione dei vasi sanguigni (la vasodilatazione), che a sua volta causa un aumento del flusso sanguigno, specialmente nei capillari più piccoli e superficiali dell’occhio.
Questa reazione vasodilatatoria è una conseguenza del THC che entra nel flusso sanguigno, indipendentemente dalla modalità di assunzione, che sia per inalazione, ingestione o vaporizzazione: il fenomeno può variare in intensità da individuo a individuo a seconda della differente sensibilità al THC.
L’effetto vasodilatatorio del THC ha suscitato interesse nel campo della ricerca medica, soprattutto per trattare il glaucoma, una patologia che provoca una pressione oculare eccessivamente alta. L’impiego della cannabis in questo contesto è ancora oggetto di studi e dibattiti, soprattutto perché l’effetto vasodilatatorio del THC è temporaneo.
La relazione tra tetraidrocannabinolo e arrossamento degli occhi è un esempio di come i componenti della cannabis possano influenzare non solo la mente, ma anche il corpo, in modi che potrebbero avere applicazioni mediche.
Occhi rossi: è solo per via del THC?
Oltre agli effetti diretti del THC, ci sono altri fattori che possono provocare l’arrossamento degli occhi quando si consuma cannabis.
Prima di tutto, la sensibilità individuale al fumo gioca un ruolo significativo. Il fumo di cannabis, come qualsiasi altro, può irritare gli occhi, specialmente in ambienti chiusi o poco ventilati.
Inoltre, alcune persone possono essere allergiche alla cannabis, anche se non è così frequente: è possibile che, a causa di una specifica sensibilità alla pianta, si sperimentino sintomi come gonfiore, prurito e, appunto, occhi rossi come parte di una reazione allergica.
La modalità di assunzione della cannabis, comunque, non influisce sull’arrossamento degli occhi: la reazione può verificarsi anche con altre forme di consumo, come l’ingestione o la vaporizzazione.
Il THC, insomma, è un fattore chiave nell’arrossamento degli occhi, ma vanno presi in considerazione anche alcune variabili individuali e ambientali che possono accentuare questo tipo di reazione.
Consumo di cannabis: gli effetti sulla percezione visiva
Detto dell’arrossamento degli occhi, la cannabis può avere conseguenze anche sulla visione? Parliamo di una questione interessante, una domanda che riguarda l’impatto della sostanza sull’organismo umano. Il THC non solo può arrossare gli occhi, ma anche influenzare la percezione visiva dell’individuo.
Uno degli effetti collaterali più noti è l’alterazione nella percezione dei colori. Alcuni consumatori di cannabis vedono colori più brillanti o una percezione visiva leggermente distorta: ciò può essere attribuito all’interazione del THC con i recettori del cervello, che influenza il modo con cui processiamo le informazioni visive.
Un altro effetto interessante riguarda l’acutezza visiva. Non è frequente, ma alcuni individui dicono di aver sperimentato un temporaneo aumento di questo parametro dopo il consumo di cannabis.
Oltre agli effetti su percezione dei colori e acutezza visiva, l’uso di cannabis può portare alla miosi, ovvero alla contrazione delle pupille, che può influenzare la reattività delle stesse ai cambiamenti di luminosità, un fattore determinante per la visione in diverse condizioni di luce.
Questi effetti collaterali, anche se non così gravi, meritano attenzione, specialmente per le persone che, per ragioni di lavoro o per l’attività quotidiana, hanno bisogno di vedere nitidamente. Capire come la cannabis influenzi la percezione visiva e la salute oculare può aiutare i consumatori a prendere decisioni informate sugli effetti del consumo.
Come trattare l’arrossamento degli occhi dovuto al consumo di cannabis?
Un metodo comune e immediato è l’uso di collirio con principi attivi vasocostrittori, che agiscono restringendo temporaneamente i vasi sanguigni nell’occhio, riducendo così il rossore. Bisogna comunque utilizzare questi prodotti con una certa moderazione: l’eccesso può portare a un’irritazione oculare o persino dipendenza dal prodotto.
Un’alternativa è rappresentata dalle lacrime artificiali, generalmente meno aggressive per gli occhi rispetto ai colliri “medicinali” e che dunque possono essere utilizzate con frequenza senza troppi problemi. Le lacrime artificiali aiutano a idratare e lenire gli occhi secchi, un effetto comune dopo il consumo di cannabis.
Oltre ai prodotti farmaceutici, ci sono alcune pratiche quotidiane che possono aiutare a evitare che si noti l’effetto occhi rossi. Indossare occhiali da sole può essere un modo semplice per coprire gli occhi in pubblico, mentre l’applicazione di un impacco freddo può ridurre l’arrossamento agendo sulla vasodilatazione.
È inoltre fondamentale idratarsi. Bere acqua sufficiente può non solo aiutare a prevenire l’arrossamento degli occhi, ma può anche mitigare altri effetti collaterali come la bocca secca.
Se gli occhi rossi possono essere un effetto collaterale imbarazzante del consumo di cannabis, ci sono diversi metodi efficaci e sicuri per gestirlo. La scelta del trattamento dipende dalle preferenze individuali e dalla sensibilità personale.
Arrossamento degli occhi dovuto alla cannabis: alcune considerazioni mediche
Premesso che questo articolo non vuole né invitare al consumo di cannabis né tantomeno dare indicazioni mediche, cosa che spetta solo ai professionisti della medicina, è bene essere consapevoli che gli effetti della sostanza sulla salute oculare vanno oltre il semplice fastidio dell’arrossamento degli occhi. Dal punto di vista sanitario, è fondamentale riconoscere sia i potenziali benefici che i rischi associati al consumo di cannabis, soprattutto in relazione alla salute degli occhi.
Come accennato, la ricerca sta valutando le potenzialità della cannabis nel trattamento del glaucoma, una condizione che comporta un aumento della pressione intraoculare, potenzialmente dannosa per il nervo ottico e che può portare alla perdita della vista. Studi iniziali suggeriscono che il THC possa aiutare a ridurre questa pressione: per esempio, una ricerca del 2020 firmata dalla ricercatrice Gemma Caterian Maria Rossi ha dato risultati promettenti sull’uso combinato di THC, CBD e CBG.
Tuttavia, è importante sottolineare che la cannabis non è attualmente considerata un trattamento standard per il glaucoma, principalmente a causa della necessità di una riduzione costante della pressione intraoculare, che questa pianta non può fornire in modo costante.
Al di là del glaucoma, la ricerca sta esplorando come i cannabinoidi possano influenzare altre patologie e problematiche oculari. Questi studi sono ancora nelle fasi iniziali, ma indicano il potenziale per ulteriori applicazioni terapeutiche.
D’altra parte, chi consuma cannabis dovrebbe essere consapevoli dei possibili rischi, anche al di là dell’ambito strettamente legale (visto che il suo consumo costituisce un illecito). L’uso frequente e in grandi quantità potrebbe avere effetti non ancora completamente chiari sulla salute degli occhi a lungo termine, e se si hanno patologie oculari si dovrebbe consultare un medico prima di utilizzare la cannabis legale.
La cannabis ha senza dubbio delle potenzialità mediche, ma è necessario un approccio equilibrato che consideri sia i benefici potenziali che i rischi. La ricerca continua è fondamentale per capire a fondo l’impatto della cannabis sulla salute oculare e le sue possibili applicazioni terapeutiche.
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Consumo di cannabis e leggi: attenzioni alle normative
Il consumo di cannabis, in molti paesi, è vietato oppure rigidamente normato, e il suo uso, sia ricreativo sia medico, è soggetto a restrizioni severe.
In questi casi l’arrossamento degli occhi non è solo un problema fisico o di salute, ma può anche avere implicazioni legali e sociali. La presenza di occhi rossi in individui che hanno consumato cannabis può portare a possibili conseguenze legali, specialmente in paesi dove il consumo di cannabis è severamente proibito.
D’altra parte, in alcuni paesi e regioni si è assistito a un movimento verso la legalizzazione o la decriminalizzazione dell’uso di cannabis, specialmente per scopi medici: normative specifiche regolano la produzione, distribuzione e consumo di cannabis, spesso con un focus sul suo utilizzo terapeutico per condizioni quali dolore cronico, sclerosi multipla, epilessia refrattaria e, in alcuni casi, glaucoma. Le leggi in questi paesi forniscono un quadro per l’uso sicuro e regolamentato della cannabis.
Anche nei paesi dove la cannabis è legale, sia per uso medico che ricreativo, le normative possono variare e regolamentare, in modo più o meno stringente, l’accesso, la distribuzione e il consumo. Chi la consuma deve essere dunque consapevole delle leggi locali e delle eventuali restrizioni.
In Italia, la legge 242/2016 ha introdotto significative novità riguardanti la coltivazione e il commercio di cannabis light. Questa normativa permette la coltivazione della Cannabis Sativa con livelli di THC (tetraidrocannabinolo) inferiori allo 0,6%. I coltivatori sono esonerati da responsabilità per anomalie nel THC se usano sementi certificate europee e conservano le etichette per 12 mesi. La legge non richiede inoltre la notifica alle forze dell’ordine per la coltivazione di canapa legale. In caso di superamento dei limiti di THC, tuttavia, si prevede il sequestro delle colture.
Per quanto riguarda i semi di cannabis, poi, in Italia è consentito solo per fini collezionistici o per la preservazione delle genetiche. Di contro, farli germogliare è severamente vietato in quanto configurerebbe il reato di coltivazione di sostanze stupefacenti.
Conoscere gli aspetti legali e normativi sull’uso e consumo di cannabis, anche legale, è fondamentale. L’importanza di informarsi sulle leggi locali e internazionali, e di capire le loro implicazioni, non è cosa da poco, specialmente in un contesto in rapida evoluzione come quello della legislazione sulla cannabis.
In conclusione
In questo articolo, abbiamo esplorato le complesse interazioni tra il consumo di cannabis e i suoi effetti sugli occhi, un argomento che si estende ben oltre il semplice “arrossamento”. Abbiamo visto che ruolo gioca il THC, le varie cause che possono contribuire all’arrossamento degli occhi, gli effetti sulla percezione visiva e come trattare l’effetto.
La chiave per comprendere pienamente questo argomento sta nel riconoscere che la cannabis è una sostanza complessa, con effetti che variano ampiamente tra gli individui. Mentre per alcuni l’arrossamento degli occhi può essere un lieve fastidio, per altri può rappresentare un problema anche non di poco conto.
Inoltre, è fondamentale conoscere le leggi e delle normative locali riguardanti la cannabis, che continuano a evolversi in molti paesi. Consapevolezza e conoscenza sono essenziali per navigare in questo complesso “paesaggio”.
Mentre la ricerca continua a fornire studi e dati interessanti sull’impatto della cannabis sulla salute, i consumatori, i professionisti della salute e i responsabili politici dovrebbero prendere decisioni informate e basate su prove scientifiche. Solo attraverso un approccio equilibrato e informato possiamo sperare di sfruttare i benefici potenziali della pianta, minimizzando al contempo i rischi e gli effetti collaterali.
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Takeaways
- Il principale motivo per cui la cannabis provoca l’arrossamento degli occhi è il tetraidrocannabinolo (THC), il principale composto psicoattivo della cannabis, che riduce la pressione sanguigna e causa la vasodilatazione nei vasi sanguigni dell’occhio.
- L’effetto vasodilatatorio del THC ha suscitato interesse nella ricerca medica, in particolare per il trattamento del glaucoma, ma l’effetto è temporaneo e non costante.
- Oltre al THC, la sensibilità individuale al fumo, possibili allergie alla cannabis e altre variabili possono contribuire all’arrossamento degli occhi durante il consumo di cannabis.
- La cannabis può influenzare la percezione visiva, alterando la percezione dei colori, l’acutezza visiva e la reattività delle pupille ai cambiamenti di luminosità.
- Esistono metodi per trattare l’arrossamento degli occhi dovuto al consumo di cannabis, tra cui l’uso di colliri vasocostrittori, lacrime artificiali e pratiche quotidiane come l’uso di occhiali da sole e impacchi freddi.
Domande & Risposte
Perché la cannabis fa venire gli occhi rossi?
Il THC ha un effetto vasodilatatore e causa l’arrossamento degli occhi. Questo effetto è dovuto alla capacità del tetraidrocannabinolo (THC) di ridurre la pressione sanguigna, causando la dilatazione dei vasi sanguigni negli occhi.
Occhi rossi a causa della cannabis: è solo per via del THC?
Oltre al THC, ci sono altri fattori che possono provocare l’arrossamento degli occhi quando si consuma cannabis, come l’irritazione causata dal fumo o reazioni allergiche. La modalità di assunzione della cannabis non influenza l’arrossamento degli occhi.
Come trattare l’arrossamento degli occhi dovuto al consumo di cannabis?
Alcuni metodi comuni per trattare l’arrossamento degli occhi causato dalla cannabis includono l’uso di colliri vasocostrittori, lacrime artificiali e pratiche quotidiane come indossare occhiali da sole o applicare impacchi freddi. L’idratazione è anche importante per prevenire l’arrossamento.