Modificato il: 13/07/2023
Può sembrare una questione di poco conto, ma potrebbe compromettere irrimediabilmente il raccolto
Una delle cause principali dei problemi connessi alla salute delle piante è senza dubbio quello delle carenze nutrizionali.
Se hai avviato la tua coltivazione di cannabis o stai pensando di farlo – e vivi in uno dei paesi in cui è consentito dalla legge – non fare l’errore di sottovalutare la carenza di azoto.
Questo elemento nutritivo, infatti, è determinante per la crescita e il corretto sviluppo delle piante e la sua mancanza può portare ad un progressivo indebolimento dei vegetali, fino a condurli alla morte.
Inoltre, un apporto insufficiente di azoto abbasserà notevolmente la resa della tua coltivazione e si sa che il motivo principale per cui si coltiva la cannabis è proprio il suo prezioso raccolto.
Ti immagini la delusione che ti pervaderebbe se dopo settimane spese a prenderti cura delle tue piantine con tanta attenzione, queste ingiallissero completamente e poi morissero proprio appena prima di ripagare tutti tuoi sforzi? Uno scenario terribile, che con pochi accorgimenti sarai in grado di scongiurare.
In questo articolo ti spiego perché è fondamentale non sottovalutare l’apporto di azoto durante la crescita delle piantine, come riconoscere l’eventuale carenza e cosa fare per salvare la tua amata cannabis.
Perché l’azoto è così importante nella coltivazione delle piante di cannabis?
L’azoto è fondamentale per il corretto sviluppo delle piante.
Una delle sue funzioni, infatti, riguarda la formazione della clorofilla che, come sai, è indispensabile per la fotosintesi clorofilliana.
Grazie a questo processo, le piante sono in grado di assorbire l’energia solare e trasformarla in linfa, un nutrimento essenziale per la sopravvivenza e la crescita delle stesse.
Inoltre, è sempre attraverso la fotosintesi che la vegetazione assorbe l’anidride carbonica dall’ambiente circostante e la trasforma in ossigeno.
Come puoi vedere, la carenza di azoto può essere determinante per la vita della pianta.
L’azoto, inoltre, costituisce uno dei blocchi essenziali per la formazione di diversi elementi utili – o meglio, necessari – allo sviluppo delle piante: gli amminoacidi, gli enzimi, gran parte dei coenzimi e le cellule, per citarne alcuni.
Per questi motivi, capisci che è davvero indispensabile prestare attenzione a fornire alle tue piante il giusto apporto di azoto, se non vuoi vederle appassire progressivamente fino a morire.
La carenza di azoto, infatti, è responsabile di un notevole rallentamento nella crescita e di una considerevole riduzione della resa delle tue coltivazioni, compresa la cannabis.
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Ma come capire se le piante stanno mostrando i segni della carenza di azoto?
Il sintomo più facilmente riconoscibile della carenza di azoto nelle piante in fase vegetativa è chiaramente individuabile osservando le foglie.
In questo caso, infatti, queste presenteranno diversi cambiamenti sia di colorazione che di forma. Parlando di colore, se noti che le foglie cominciano ad assumere sfumature di verde pallido tendente al giallo, ho una brutta notizia per te. Devi provvedere al più presto, per prevenire conseguenze ben più gravi.
Il cambiamento nel colore è il primo segno di questa carenza, perché, come dicevo sopra, l’azoto ha una diretta correlazione con la clorofilla che è responsabile anche della tipica colorazione verde brillante delle foglie.
Se trascurata, la mancanza di azoto porta a un progressivo sbiadimento del fogliame, fino a renderlo completamente giallo, a partire dalle foglie più vecchie.
Successivamente, può portare al progressivo avvizzimento fino a raggiungere la necrosi vera e propria dei tessuti.
La carenza di azoto, però, può presentarsi anche durante la fase di fioritura. In questo caso potrai individuarla osservando gli steli, che assumeranno una colorazione violacea. Inoltre, noterai una progressione molto lenta dei fiori e un fogliame debole e sottile.
Una condizione avanzata della mancanza di azoto porta a conseguenze gravi, come la totale perdita del raccolto o, peggio, la morte della pianta stessa, e non è sicuramente ciò che speri che succeda, vero?
Ma la carenza di azoto si ripercuote solo sulle foglie?
Purtroppo no. Le conseguenze di questa condizione sono responsabili di grossi cambiamenti anche al livello dell’apparato radicale, anche se è più difficile rendersene conto. Le radici non sono visibilmente accessibili!
Ma non preoccuparti. Anche in questo caso, le conseguenze della condizione anomala delle radici avranno effetti anche sui germogli. Prestando la dovuta attenzione, puoi quindi accorgertene tempestivamente.
Entrando più nel dettaglio, la mancanza di azoto provoca una crescita più intensa delle radici, che si espandono proprio nel tentativo di reperire le sostanze di cui necessitano. Come conseguenza a questo dispendio di energia a livello radicale, i germogli saranno piccoli e deboli.
Sai che le radici reagiscono anche all’eccessivo apporto di azoto? In questo caso, infatti, le radici ridurranno le loro dimensioni per limitarne l’assorbimento e scongiurare l’intossicazione.
Se ti stai chiedendo come risolvere il problema della carenza di azoto, a breve avrai le tue risposte.
Come si risolve la carenza di azoto?
Rimediare ai danni provocati dallo scarso apporto di azoto è semplice: basta integrarlo!
Le possibilità sono diverse e si suddividono principalmente in fertilizzanti chimici o biologici.
I fertilizzanti chimici pronti e disponibili in commercio intervengono direttamente sulla pianta, fornendole in modo diretto le sostanze di cui ha bisogno.
Per quanto riguarda invece i fertilizzanti biologici, la questione è diversa. In questo caso, infatti, non si tratta di intervenire sulla pianta, bensì sull’ambiente in cui essa cresce, creando le condizioni ideali per il suo corretto sviluppo.
Per una coltivazione biologica di cannabis, questo metodo è certamente l’unico possibile. I fertilizzanti chimici, infatti, contengono azoto sotto forma di nitrato o ammonio.
Certo, sono prodotti che, essendo pronti e immediatamente applicabili, consentono di risparmiare tempo ed energie, ma perché ricorrere a sostanze chimiche, quando in natura esistono fonti naturali di azoto?
Vediamo insieme quali sono:
- fondi di caffè;
- compost;
- legumi da coltivare vicino alla cannabis. Questa categoria di colture, infatti, ha la capacità di assorbire l’azoto presente nell’atmosfera e di trasformarlo in una forma biologicamente disponibile;
- letame e guano di pipistrello o pollame.
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In conclusione, come capire se le piante di cannabis stanno subendo la carenza di azoto?
Le carenze nutritive sono una piaga importante nella coltivazione delle piante.
In particolare, uno scarso apporto di azoto può influire pesantemente sullo sviluppo delle tue piante di cannabis e di conseguenza sulla loro resa.
Se noti che le foglie hanno cominciato a ingiallirsi, mi raccomando, non perdere tempo e provvedi a integrare l’azoto nel terreno, attraverso i fertilizzanti chimici pronti in commercio, oppure valuta delle alternative biologiche come compost o guano di pipistrello.
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