Modificato il: 08/01/2024
Il simbolo della cannabis per eccellenza, ma la conosciamo davvero?
La questione etica che ruota attorno alla cannabis e ai suoi utilizzi è, oggi più che mai, ancora molto controversa, nonostante le diverse conferme scientifiche dei suoi potenziali effetti benefici.
In diversi stati, l’utilizzo della marijuana a scopo terapeutico ha riscosso molto successo grazie soprattutto alla mancanza di effetti collaterali.
Le infiorescenze, infatti, sono ricche di principi attivi che, se usati con le giuste modalità, possono alleviare sintomi di varia natura.
Inoltre, la pianta della cannabis ha molteplici impieghi in svariati settori oltre a quello terapeutico, come quello della bioedilizia e dell’industria tessile e risulta essere una coltivazione ad alta rendita, proprio grazie alla possibilità di impiegare tutte le sue parti per scopi diversi.
Proviamo quindi a conoscerla meglio, approfondendo le caratteristiche e gli utilizzi delle sue foglie.
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Quali sono le caratteristiche delle foglie di marijuana? E come riconoscerle?
Pensando alle foglie di marijuana, ti sarà senz’altro venuta in mente la classica immagine raffigurata su accendini e magliette in stile jamaicano.
Bene, quella è proprio una foglia di cannabis, ma forse non sai che ne esistono svariati tipi.
La foglia della varietà sativa, per esempio, si presenta dalla forma allungata e sottile e ha la particolarità di avere marcate dentellature.
Per quanto riguarda il colore, le foglie di cannabis sativa hanno una sfumatura di verde lime più chiara rispetto a quelle della varietà indica.
Entrando più nel dettaglio, la percentuale di clorofilla presente in questo tipo di fogliame è relativamente bassa e ci permette di dedurre che il periodo di fioritura di questa pianta è più lungo di quello di altre qualità di marijuana.
Ma la struttura delle foglie è una questione solo estetica?
Assolutamente no. In base alla forma e alla conformazione, si rivela più o meno adatta a determinati metodi di coltivazione.
Nel caso specifico della foglia di cannabis sativa, la sua sottile struttura permette alla luce solare di penetrare fino ai livelli più inferiori, garantendo una buona resa anche con una coltivazione di tipo tradizionale.
Passando alla varietà indica invece, la prima cosa che salta all’occhio è la forma nettamente più corta e larga rispetto a quella sativa.
La larghezza, infatti, è la principale particolarità delle foglie di questa qualità e si ripercuote anche sulle modalità di coltivazione, specialmente se indoor. Spesso, infatti, i coltivatori ricorrono al cosiddetto metodo ScrOG per massimizzare le rese, ma la struttura della cannabis indica non si adatta a questa tecnica. Le foglie, molto larghe, impedirebbero alla luce di penetrare a livelli inferiori, compromettendo quindi la crescita della pianta.
Il colore verde scuro di queste foglie indica un’alta concentrazione di clorofilla, che pare facilitare la fioritura, riducendo notevolmente i tempi.
Un’ulteriore variante di cannabis è la ruderalis. Questa varietà, come è facile dedurre dal nome, ha la particolarità di crescere in modo spontaneo su terreni poco fertili.
Le sue origini sono molto antiche e non sono indicati particolari utilizzi di questa varietà.
Per quanto riguarda la specificità delle sue foglie, queste si presentano sottili e con una forma quasi conica. Potrebbe facilmente essere confusa con la sativa, ma le cime delle due varietà sono molto diverse. Le infiorescenze della ruderalis, infatti, sono molto più piccole delle altre e anche meno potenti.
Ricapitolando, abbiamo analizzato brevemente le caratteristiche delle tre principali varietà di cannabis presenti in natura, ma come forse saprai, nel tempo si sono venute a creare anche varietà ibride.
Vediamo come si presenta la foglia della cannabis ibrida.
Come era facile immaginare, la varietà ibrida – termine con il quale racchiudiamo tutti i tipi appartenenti a questa categoria – presenta caratteristiche sia della qualità sativa, che di quella indica.
La foglia ibrida, infatti, ha dimensioni intermedie e anche in quanto a larghezza si colloca a metà strada tra le due.
Ma quali sono le funzioni di questa parte della pianta?
La funzione delle foglie di marijuana è fondamentale per la vita della pianta
La cannabis è una pianta e in quanto tale ha bisogno di determinati processi per vivere. Il principale è senza ombra di dubbio la fotosintesi clorofilliana.
In parole povere, le piante traggono la loro energia vitale dalla luce solare. Ma in che modo? Le foglie assorbono la luce, proprio come dei mini pannelli solari, e si occupano di trasformarla in linfa, un nutrimento molto importante.
Allo stesso tempo, le foglie assorbono anidride carbonica e rilasciano ossigeno nell’aria.
Inoltre, attraverso un’attenta osservazione del fogliame è possibile avere informazioni utili sullo stato di salute della pianta stessa. Le conseguenze visibili di problematiche come scarsa o eccessiva irrigazione, mancanza di luce o di sostanze nutritive nel terreno, si riflettono molto chiaramente sulle foglie, che possono mostrarsi ingiallite, a macchie, secche o arricciate, a seconda appunto della mancanza che stanno subendo.
Insomma, conoscere le foglie è fondamentale per individuare tempestivamente eventuali problemi che possono portare, nel peggiore dei casi, alla morte della tua piantina.
Ora che abbiamo capito a cosa servono le foglie e quali funzioni svolgono, vediamo se e come possiamo utilizzarle.
Per cosa possono essere utilizzate le foglie di marijuana?
Come abbiamo visto, le foglie di cannabis svolgono un’importante funzione durante la vita della pianta. Forse sai già che quando si coltiva la marijuana – nei luoghi e con i metodi concessi dalla legge – si punta al raccolto delle infiorescenze, un concentrato di principi attivi.
Ma esiste un modo di rendere giustizia alle povere foglie, dopo tutto il lavoro che hanno svolto per la crescita della pianta?
Certo che sì. Il fogliame, infatti, è un’ottima fonte addizionale di THC e CBD, anche se la loro concentrazione in questo caso è nettamente inferiore rispetto a quella nei fiori.
Dopo la potatura, puoi impiegarle in diversi modi, nei paesi in cui è consentito dalla legge. Tra i principali indichiamo:
- la vaporizzazione delle foglie essiccate;
- la preparazione di edibili, come burro e olio da utilizzare poi in svariate ricette;
- la preparazione di infusi con le foglie fresche che non presentano le proprietà psicoattive delle cime essiccate;
- il frappè alla cannabis;
- la creazione di lozioni viso e corpo fai-da-te.
Come vedi, gli utilizzi sono svariati e sarebbe un vero peccato gettarle via.
In conclusione, buttare via le foglie? Un vero peccato
Le foglie di marijuana possono dirti molto, se le sai osservare.
Innanzitutto, possono dirti di quale varietà di cannabis si tratta. La forma sottile e allungata, infatti, è tipica della sativa, mentre foglie larghe e corte sono proprie dell’indica.
In secondo luogo, sono lo specchio dello stato di salute della pianta. Delle foglie ingiallite o arricciate sono un importante campanello d’allarme e se ti trovi davanti a questo scenario, devi rivalutare la quantità d’acqua, nutrienti e luce che stai fornendo alla cannabis.
Infine, anche se non sono paragonabili alle infiorescenze in fatto di concentrazione dei principi attivi, possono essere impiegate in svariati modi, riducendo al minimo lo scarto dopo la potatura.
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