Modificato il: 08/02/2024
Scopriamo insieme l’importanza del fotoperiodo per lo sviluppo e la fioritura delle piante (canapa compresa)
Se sei appassionato/a di piante e ami informarti su come prendertene cura, probabilmente, ti sarai imbattuto/a spesso in parole come ‘fotoperiodo, ‘fotoperiodiche’ e ‘fotoperiodismo’.
Il fotoperiodo delle piante, come lascia intendere l’etimologia della parola (Der. del gr. phòs photós “luce”), indica proprio il periodo di illuminazione a cui vengono esposte le piante durante un arco di tempo di 24 ore.
Lo sviluppo dei vegetali dipende da tanti fattori, e il successo della fase vegetativa e della fioritura è fortemente influenzato anche dai cicli di luce e buio.
In questo articolo del nostro blog Sensoryseeds ti aiuteremo a fare maggior chiarezza sull’argomento, in modo che durante le tue prossime ricerche dedicate al mondo vegetale non abbia più dubbi.
Ecco cosa dovresti sapere.
Fotoperiodo: cos’è?
Proprio come gli esseri umani e gli animali, anche le piante per crescere e vivere al meglio hanno bisogno di seguire dei ritmi fisiologici (ritmi circadiani) che regolano una serie di funzioni vitali all’interno di una giornata. Ecco, questi ritmi sono scanditi in particolar modo dai cicli di luce e buio, ossia dal fotoperiodo.
Il fotoperiodo indica alle piante lo scorrere del tempo, delle giornate e delle stagioni. Tutto questo è fondamentale, perché permette loro di programmare tutte le fasi dello sviluppo, come la crescita, la fioritura e la riproduzione.
Leggi anche: Terriccio per autofiorenti: guida per scegliere quello giusto
Fotoperiodismo in agricoltura
In natura il fotoperiodo rimane costante esclusivamente nell’equatore; mentre nel resto del mondo, ossia più a sud e più a nord, i periodi di luce mutano periodicamente. Nei poli si arriva ad avere anche 24 ore di luce o di buio ininterrottamente.
Le numerose specie vegetali che popolano il nostro pianeta si sono adattate ai cambiamenti delle diverse aree, e per ottenere il meglio nel settore agricolo bisogna tenerne conto.
In base al loro fotoperiodo ideale, possiamo parlare di quattro categorie di piante:
- longidiurne (o a giorno lungo)
si tratta di quelle piante che vivono al meglio quando le giornate sono lunghe e che fioriscono quando si superano le 14 lore di luce (es: orzo, patata, avena, pomodoro…); - brevidiurne (o a giorno corto)
si tratta di piante che stanno bene quando la durata del giorno è breve (meglio se inferiore alle 12 ore) e che fioriscono quando le ore di luce sono meno di 10 (es: riso, mais, tabacco, canapa…); - brevilongidiurne
a questa categoria appartengono quelle piante che possono essere esposte sia a lunghi che a brevi cicli di luce e che, periodicamente, necessitano dell’esposizione a basse temperature (es: grano, orzo, segale…); - neutrodiurne (o a giorno neutro)
si tratta di piante insensibili al fotoperiodo, la cui fioritura dipende esclusivamente dalla temperatura dell’ambiente. (es: piante autofiorenti nane).
Oggi, grazie alla coltivazione in serra e alla coltivazione indoor, è possibile modificare il fotoperiodo naturale, condizionando lo sviluppo di molte specie vegetali.
In particolare, aumentando le ore di luce è possibile accelerare la crescita delle piante durante la fase vegetativa, mentre diminuendole è possibile anticipare la fioritura (naturalmente, il tutto tenendo conto delle naturali esigenze di ogni categoria di pianta).
Il fotoperiodo delle piante di cannabis
Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, con le parole fotoperiodo e fotoperiodico ci si riferisce alle ore di luce in un arco di tempo di 24 ore.
I cicli di luce e buio, come per le altre piante, influiscono anche sulla crescita e la fioritura della canapa. Ma prima di continuare con questo discorso c’è da fare una distinzione.
Oggi esistono sia varietà di canapa a crescita fotoperiodica sia piante nate da semi autofiorenti.
Cosa cambia tra le due?
Le prime per svilupparsi e arrivare alla fioritura hanno bisogno di seguire i ritmi di luce e buio; le seconde passano dalla germinazione alla fioritura nel giro di circa 60 giorni, indipendentemente dal periodo dell’anno e a prescindere dalle ore di illuminazione alle quali vengono esposte (piante neutrodiurne).
Per quanto riguarda le varietà fotoperiodiche, possiamo dire che le piante di canapa coltivate all’aria aperta iniziano a fiorire quando le ore di luce sono inferiori a 15.
Nelle coltivazioni indoor, invece, per accelerare i tempi di fioritura, si tende a sottoporre le piante di canapa a cicli di luce e buio differenti. Durante la fase vegetativa c’è chi predilige il fotoperiodo da 24/0 (le luci rimangono accese ininterrottamente) e chi quello da 18/6, anche se esistono tante altre variabili.
Una volta che le piante si sono sviluppate al meglio, per indurre la fioritura, si possono aumentare le ore di buio con un fotoperiodo di 12/12. Questo fotoperiodo si potrà mantenere inalterato per tutta la fioritura, fino alla fase del raccolto.
Leggi anche: Si può essere allergici alla cannabis? Ecco la risposta
Per concludere
Come abbiamo visto, il fotoperiodo influisce enormemente sul ciclo vitale delle piante: ecco perché per poterlo sfruttare a proprio vantaggio è importante conoscere le peculiarità delle piante che si ha intenzione di coltivare.
Solo le piante autofiorenti e neutrodiurne sono immuni dalla variazione dei cicli luce-buio.
Ora anche tu dovresti avere le idee chiare sull’argomento, ma per tenerti costantemente informato su tante altre curiosità ricorda di seguire tutti gli aggiornamenti nel nostro blog Sensoryseeds.
E non solo, se ami collezionare semi di marijuana delle migliori genetiche (semi femminizzati, fast, ecc.) scegli tra le numerose proposte del nostro e-shop.
Ti aspettiamo su Sensoryseeds.it!