Modificato il: 30/05/2023
Consigli pratici per scegliere (o creare) il substrato perfetto per le piante di canapa autofiorenti
Nel settore della canapicoltura, di solito si parla delle piante di canapa autofiorenti come le più semplici e veloci da coltivare.
Effettivamente si tratta di piante che hanno bisogno di meno manutenzione rispetto alle varietà di canapa fotoperiodica, ma questo non significa che durante la loro coltivazione si possa lasciare tutto al caso.
Per esempio, occorre fare tanta attenzione alla scelta del substrato, la fonte di nutrimento che determina il successo dello sviluppo ottimale di tutte le piante.
Ti piacerebbe conoscere i segreti del miglior terriccio per autofiorenti?
Sei curioso/a di scoprire perché è importante fare attenzione ad alcune caratteristiche?
In questo articolo del nostro blog Sensoryseeds, a titolo puramente informativo, ti parleremo dell’importanza di scegliere il terriccio giusto fin dal momento della messa a dimora dei semi di cannabis e di come creare il mix ideale per arrivare a un raccolto di successo!
Substrato per autofiorenti: perché scegliere un terriccio ‘leggero’ e come crearlo
I canapicoltori più esperti sanno bene che le piante di canapa nate da semi autofiorenti hanno necessità diverse rispetto alle piante a crescita periodica, anche per quanto riguarda il terriccio.
Affinché crescano al meglio, è importante coltivare le piante autofiorenti utilizzando terra leggera e ben areata e facendo attenzione alla dose di nutrienti contenuta al suo interno.
La terra troppo ‘pesante’, infatti, tende a bloccare l’espansione delle radici che non riuscendo ad accedere alla giusta quantità d’aria non permettono alla pianta di svilupparsi al meglio.
Per tenere sotto controllo sia l’aerazione sia il contenuto di nutrienti, i canapicoltori sostengono che il sistema migliore sia utilizzare il terriccio autoprodotto.
Una ‘ricetta’ ad hoc potrebbe essere questa:
- 1 parte di vermiculite (meglio se precedentemente bagnata);
- 2 parti di perlite (anche questa precedentemente inumidita);
- 3 parti di compost;
- 3 parti di torba.
Altri canapicoltori, invece, prediligono un mix come questo:
- 1 parte di vermiculite;
- 1 parte di fibra di cocco;
- 1 tazza di vermicompost o humus;
- 2 parti di compost.
Questi sono solamente due esempi di mix ideali e non sono gli unici; ciò che conta, infatti, è riuscire a ottenere un substrato abbastanza morbido, drenante e nutriente, che permetta alle autofiorenti di svilupparsi al meglio dalle radici alla cima.
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Fertilizzanti nel terriccio: ecco perché è meglio non esagerare
Se a questo punto ti stai chiedendo come mai rispetto alle piante fotoperiodiche con le autofiorenti e le autofiorenti nane è particolarmente importante non esagerare con la quantità dei fertilizzanti, la risposta sta nelle loro piccole dimensioni e nella rapidità di sviluppo.
Le piante di canapa di questa varietà passano in poco tempo da una fase di sviluppo all’altra, pertanto fornendo loro il quantitativo di fertilizzanti che si darebbe alle classiche piante fotoperiodiche, non avrebbero il tempo per assorbirli e finirebbero per bruciarsi (bruciatura da nutrienti).
Durante la fase vegetativa, in particolar modo, bisogna fare attenzione a non eccedere con le dosi di azoto; durante la fioritura, invece, potrebbe essere sufficiente aggiungere al substrato solo un po’ di guano di pipistrello.
pH del substrato per autofiorenti: cosa è importante sapere
Oltre a fare attenzione alla composizione del substrato e a evitare di eccedere con i fertilizzanti, per coltivare al meglio le piante di cannabis autofiorente bisogna monitorare costantemente anche i livelli del pH.
Le varietà autofiorenti prediligono terreni leggermente acidi, pertanto i canapicoltori, di solito, cercano di mantenere i livelli del pH tra 6,2 e 6,5.
Se al momento dell’utilizzo del terriccio ci si dovesse accorgere che il pH è troppo basso o troppo alto, fortunatamente non occorre sostituirlo, ma in commercio esistono diversi prodotti che consentono di correggerlo.
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In conclusione
In questo articolo ti abbiamo parlato brevemente di quanto un terriccio di qualità e ben equilibrato sia importante per lo sviluppo ottimale delle piante autofiorenti.
È fondamentale utilizzare un substrato leggero, in quanto quello troppo duro impedirebbe il corretto sviluppo delle radici e la loro adeguata ossigenazione, indebolendo l’intera pianta. Allo stesso tempo, bisogna fare attenzione anche ai livelli di nutrienti e al pH.
Detto ciò, ti ricordiamo che in Italia la coltivazione della cannabis non è consentita (a meno che non si possieda l’autorizzazione) e che questo articolo ha uno scopo puramente informativo.
Prima di salutarti, se ami il settore della cannabis e in particolare ami collezionare i semi delle migliori genetiche, ti invitiamo a visitare il nostro store online Sensoryseeds.it.
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