Modificato il: 30/05/2023
Approfondimento sui funghi dannosi per la canapa: scopriamo quali sono i più pericolosi e come i canapicoltori esperti cercano di evitarli
I funghi sono microrganismi silenziosi e pericolosi che, quando trovano le condizioni più favorevoli per la loro diffusione, possono danneggiare un’intera piantagione di cannabis in men che non si dica.
I canapicoltori sanno bene che dal momento in cui vengono messi a dimora i semi di marijuana fino alla fioritura delle piante è molto importante starne alla larga, cercando di prevenire la loro comparsa.
Ma quali sono i funghi più pericolosi per le piante di canapa?
E come si possono prevenire?
Ecco tutto quello che dovresti sapere sui funghi della cannabis.
Funghi della cannabis: quando compaiono e come prevenirli
Come tutti i funghi, anche quelli che infestano le piantagioni di canapa, amano gli ambienti umidi, caldi e poco ventilati.
Il primo passo per evitare la loro comparsa è escogitare un buon piano di prevenzione. Come?
I canapicoltori che coltivano al chiuso (indoor) hanno molte più possibilità di difendersi dai funghi.
Una buona strategia consiste nel disinfettare tutti gli utensili, gli oggetti e le superfici che entreranno a contatto con le piante, già dalla fase di germinazione dei semi di cannabis.
Anche durante la fase vegetativa e la fioritura è importante mantenere tutta la zona di coltivazione perfettamente ordinata e pulita. Bisogna assicurarsi di eliminare eventuali resti organici e di pulire le superfici con soluzioni di acqua e candeggina o degli appositi fungicidi. Sarebbe inoltre preferibile entrare all’interno delle growroom indossando abiti puliti (per evitare di trasportare le spore dei funghi dall’esterno).
Oltre a tutto questo, è fondamentale monitorare i livelli di umidità, assicurarsi che il sistema di ventilazione permetta di areare adeguatamente tutta la stanza, e, naturalmente, fare attenzione all’eccessiva irrigazione.
Chi coltiva la canapa outdoor (all’aperto) non può controllare né la temperatura né i livelli di umidità (anche perché le piante sono esposte alle piogge); tuttavia può mantenere la zona di coltivazione pulita e ordinata.
Anche nelle colture all’aperto è fondamentale rimuovere prontamente i resti organici delle piante che periodicamente si depositano sul suolo, per evitare che possano diventare un ricettacolo di germi, batteri e spore di funghi.
Quando si piantano tutti gli esemplari di canapa, inoltre, è importante fare attenzione a lasciare lo spazio necessario al loro sviluppo, in modo che tra una pianta e l’altra possa circolare abbastanza aria. E, ancora, non bisogna trascurare la pulizia delle attrezzature.
Per finire, sia nelle piantagioni al chiuso sia in quelle all’aperto si possono utilizzare dei fungicidi a scopo preventivo. In commercio ne esistono di vari tipi, chimici, organici e biologici (propoli, macerato di ortica, ecc.).
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Quali sono i funghi più nocivi per la canapa?
Chiarito come prevenire la comparsa dei funghi, probabilmente vorrai sapere quali sono i più minacciosi per le colture di cannabis. In realtà ce ne sono tanti: c’è il Pythium, la Ruggine, il Fusarium, e così via.
Nelle prossime righe, però, ti vogliamo accennare qualcosa di più sui tre maggiormente diffusi.
Iniziamo.
Oidio
L’oidio è un fungo conosciuto dalla maggior parte degli agricoltori, non solo da quelli che si occupano di cannabis.
Ha l’aspetto di una polvere bianca che si diffonde sulla parte superiore e inferiore delle foglie e, talvolta, nel fusto della pianta. Si presenta per lo più nelle coltivazioni outdoor, dove tenere a bada i livelli di umidità è più complicato.
È importante combattere l’oidio nella canapa appena viene avvistato: sia perché si propaga molto facilmente, sia perché è importante che non raggiunga le membrane cellulari delle piante. Per contrastarlo bisogna utilizzare dei fungicidi potenti e tagliare le parti delle piante già colpite.
Botrytis
Il fungo botrytis si manifesta per lo più nelle piante di canapa che hanno già subito un attacco: quello dei bruchi.
I bruchi, infatti, creano dei fori nelle cime, dove poi si depositano i loro escrementi e tanta umidità. Questi fattori favoriscono lo sviluppo del fungo, e fanno sì che le cime inizino a marcire dall’interno, diventando marroni.
Purtroppo quando si ha a che fare con la botrite della canapa i rimedi sono ben pochi. Questo fungo, infatti, si propaga in tempi rapidissimi, e quando ci si accorge della sua presenza spesso è troppo tardi; quindi si finisce per dover buttar via la maggior parte del raccolto.
Se ci si accorge della sua presenza, si consiglia di rimuovere immediatamente i rami colpiti, in modo che le spore di questo parassita non possano raggiungere le piante circostanti. I fungicidi, invece, non sempre sono efficaci.
La miglior tattica rimane la prevenzione ma, oltre a regolare la temperatura e l’umidità dell’ambiente (dove possibile), è importante anche scoraggiare le invasioni da parte dei bruchi, coloro che spianano la strada a questo fungo.
Peronospora
Anche la peronospora è molto diffusa nelle piantagioni di cannabis. Questo fungo si diffonde in maniera velocissima, e si manifesta con la comparsa di macchie marroni e giallastre, prevalentemente nelle foglie giovani. A mano a mano che si propaga tende a far sbiadire il verde delle piante e a far cadere le foglie, finché la pianta non muore.
Di solito, la peronospora prolifera quando l’umidità dell’ambiente supera il 50%, ecco perché per prevenire la sua comparsa è importante tenere sotto controllo i parametri ambientali con l’utilizzo di deumidificatori e ventole (ovviamente nelle coltivazioni indoor).
Nelle coltivazioni outdoor, invece, è consigliato utilizzare sia fungicidi sistemici sia fungicidi per contatto.
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Per concludere
Come abbiamo visto in questo articolo, i funghi possono rappresentare una seria minaccia per le piantagioni di cannabis. Si tratta di nemici invisibili che, spesso, dopo la loro improvvisa comparsa, si diffondono alla velocità della luce compromettendo interi raccolti.
La parola d’ordine per contrastarli rimane sempre ‘prevenzione’, anche se, purtroppo, spesso non basta.
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