Marijuana, ore di luce e di buio: i cicli migliori per l’indoor

marijuana ore di luce e di buio

Modificato il: 30/05/2023

Sei curioso di conoscere i migliori cicli di luce e buio per le piante di cannabis coltivate indoor? Ecco le differenze in base alle varietà della pianta e al periodo di crescita

I programmi di illuminazione nelle colture indoor influenzano tantissimo il successo della crescita delle piante di marijuana: sin dal momento in cui vengono messi a dimora i semi di cannabis fino alla fase vegetativa e poi alla fioritura.

Questo significa che conoscere e seguire alla perfezione i cicli di luce e buio delle piante (fotoperiodo), può fare davvero la differenza.

Per agire al meglio, però, occorre anche chiarire che esistono due tipologie di piante: le autofiorenti e le fotodipendenti.

 

Sei curioso di sapere quali sono i migliori cicli di illuminazione per le piante di cannabis?

Bene, nei prossimi paragrafi ti parleremo di cannabis fast flowering e autofiorente e delle ore di luce e buio di cui questa pianta ha bisogno per crescere al meglio nelle colture indoor.

illuminazione della marijuana indoor

Marijuana e ore di luce: varietà e periodo di crescita fanno la differenza

Mentre quando si coltiva all’aperto le ore di luce e di buio vengono scandite dal sorgere e dal tramontare del sole, nelle colture indoor sono i canapicoltori a decidere come illuminare le piante di cannabis femminizzate e fast flowering.

Probabilmente, leggendo qualche articolo a riguardo qua e là, ti sarai reso conto che c’è chi consiglia di illuminare le piante per 18 ore, chi 16, chi 20 o addirittura 24. 

Ma qual è la ricetta giusta?

A dire il vero tutto dipende dalla varietà di piante con la quale si ha a che fare (autofiorenti o fotodipendenti) e dalla loro fase di crescita, che si distingue prevalentemente in fase vegetativa e fioritura.

Sostanzialmente, se si coltivano piante di cannabis fotodipendenti, a un certo punto, per indurre la fase di fioritura, sarà necessario diminuire le ore di luce; se si ha a che fare con piante nate da semi autofiorenti, invece, queste andranno automaticamente in fioritura dopo circa 25/30 giorni.

Scopriamo, dunque, nel dettaglio quali sono le differenze.

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Ore di luce per le piante fotodipendenti

I canapicoltori che piantano i semi di marijuana di una varietà fotoperiodica, dovranno ricreare, tramite le lampade e i vari sistemi di coltivazione indoor, le condizioni luminose tipiche dell’estate (circa 18 ore di luce e 6 ore di buio) dalla fase iniziale e per tutto il periodo di crescita.

Grazie a questo ciclo di luce e buio, le piante di marijuana riusciranno a svilupparsi al meglio, sia dal punto di vista del fusto e delle foglie sia delle radici.

Nel momento in cui le piante di cannabis da semi veloci o fem hanno raggiunto lo sviluppo ideale, si possono aumentare le ore di buio.

Quando passare da 18 a 12 ore di luce?

Di solito si passa a un fotoperiodo di 12 ore di luce e 12 di buio quando la fase vegetativa di una pianta di marijuana si è conclusa (può durare un mese o più a seconda della genetica che si sta coltivando), in modo da indurre la pianta alla fioritura.

Il più delle volte i fiori compaiono una decina di giorni dopo la variazione di orario e, in questo periodo, la pianta continuerà ad allungarsi per bene. Questi sono però tempi indicativi perché, come già detto, ogni tipologia di pianta ha i suoi ritmi.

A questo punto è probabile che tu ti stia domandando perché scegliere di coltivare le piante fotodipendenti. Ci sono dei vantaggi?

Nonostante questa categoria di piante di cannabis necessiti di più cure e attenzioni rispetto alle piante autofiorenti nane o alle autofiorenti classiche, ha di buono il fatto che permette di scegliere il momento in cui passare alla fioritura

È il canapicoltore stesso a stabilire le altezze massime delle piante e può farlo semplicemente passando dalle 18 alle 12 ore di luce.

orologio per scandire le ore di luce per la marijuana

Ore di luce per le piante autofiorenti

Le piante di cannabis da semi quick coltivate indoor non necessitano di variazioni di illuminazione quando si passa da una fase di crescita all’altra, ma consentono di mantenere un fotoperiodo di 18 ore di luce e 6 di buio dall’inizio alla fine.

Nelle righe precedenti abbiamo parlato di illuminazione per 18 ore, anche se alcuni canapicoltori, per velocizzare la crescita della pianta, protendono per le 20 ore di luce.

Diciamo che a riguardo non esistono delle regole fisse, anche se i cicli migliori sembrano essere quelli più ‘naturali‘.

Perché è importante mantenere le ore di luce costanti nel tempo?

Durante la coltivazione delle piante di canapa al chiuso è importante mantenere inalterati i cicli di luce e buio.

Più precisamente, è importante che le ore di luce nella fase vegetativa indoor rimangano sempre 18 (o 20, insomma, il numero di ore prescelto) e che non cambino da un giorno all’altro. Stesso discorso per le ore di luce nella fase di fioritura indoor.

Gli sbalzi improvvisi di fotoperiodo o l’accensione irregolare dell’impianto di illuminazione potrebbero danneggiare le piante di marijuana standard e autofiorenti nane sotto vari punti di vista:

  • potrebbero dar forma a piante ermafrodite;
  • potrebbero rallentare il loro sviluppo;
  • o, addirittura, potrebbero essere la causa di malattie e della conseguente morte.

Per evitare di incorrere in questo tipo di problemi, infatti, solitamente i canapicoltori più esperti si muniscono di sistemi sofisticati e precisi dotati di timer, in modo da poter programmare l’accensione e lo spegnimento dell’impianto di illuminazione anche quando non possono essere sul posto.

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Per concludere

Come abbiamo visto, i cicli di illuminazione per le piante di canapa coltivate indoor variano a seconda del periodo e della genetica di marijuana coltivata.

Le piante autofiorenti sono molto facili da gestire, in quanto crescono con successo anche senza variare i cicli di luce e buio a seconda della fase di crescita; mentre le piante fotodipendenti, affinché si sviluppino al meglio, devono essere seguite con costanza.

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